Dal Mar Nero un degno di stima: a Massimo Massa conferita la statua in bronzo del grande poeta romeno Mihai Eminescu
Costanza (Romania), 13–20 agosto 2025
La città di Tomis, l’attuale Costanza sulle rive del Mar Nero, culla di storia e memoria, ha accolto per una settimana poeti e intellettuali provenienti da tutto il mondo in occasione della III edizione del Congresso Mondiale dei Poeti, promosso dall’Accademia Tomitana.
Un incontro in cui oltre cinquanta autori internazionali hanno dato voce a una parola che non conosce confini: la poesia, capace di intrecciare spiritualità, arte e dialogo interculturale. L’evento si è svolto anche in omaggio ai 1700 anni dal Primo Concilio Ecumenico di Nicea (325 d.C.), momento fondativo della storia cristiana.
L’inaugurazione del Congresso
La cerimonia di apertura si è svolta nella suggestiva Aula Magna della sede arcivescovile di Costanza, introdotta dal discorso di benvenuto del prof. Constantin Barbu, Presidente dell’Accademia Universalis Poetarum, rivolto ai poeti giunti da ogni parte del mondo.
Sono seguiti i saluti dei presidenti delle accademie presenti, tra cui il prof. Cav. Cheikh Tidiane Gaye, Presidente dell’Accademia Internazionale Léopold Sédar Senghor di Arcore, e il dr. Massimo Massa, pro-rettore dell’Accademia delle Arti e delle Scienze Filosofiche di Bari.
Nel suo intervento, Massa ha sottolineato: «Se il Concilio di Nicea ha posto le basi di un linguaggio universale di fede e speranza, oggi la poesia ne raccoglie l’eredità, capace di riunire culture, lingue e religioni diverse in un unico abbraccio di fraternità. La poesia è un ponte, come allora il dialogo conciliare, che supera le distanze, accoglie le differenze e cerca, nel cuore dell’uomo, ciò che ci rende fratelli».
All’inaugurazione era presente anche S. E. Teodosie Petrescu, Arcivescovo di Tomis e Presidente dell’Accademia Tomitana, che ha ribadito il valore della collaborazione culturale avviata da anni tra le istituzioni presenti. Tra gli illustri relatori sono intervenuti anche il prof. Cristian Dumitrescu, vice rettore dell’Università Cristiana “Dimitrie Cantemir” di Bucarest, e il prof. Dinos Koubatis.
Riconoscimenti e premi
Nella Città di Ovidio, a pochi chilometri da Costanza, le poetesse Maria Teresa Infante e Laura Pavia, dell’Accademia di Bari, sono state insignite della prestigiosa Corona di Ovidio, conferita congiuntamente dall’Accademia Tomitana e dall’Accademia Universalis Poetarum. Un riconoscimento che ha intrecciato emozione e gratitudine, trasformando l’esperienza in un ricordo indimenticabile di amicizia e condivisione poetica. A sua volta, l’Accademia delle Arti e delle Scienze Filosofiche di Bari, ha voluto conferire un riconoscimento speciale all’Arcivescovo Teodosie Petrescu e al prof. Constantin Barbu, come segno di stima e gratitudine per il loro impegno costante nella promozione della cultura, della poesia e del dialogo tra i popoli.

La piantumazione degli ulivi
Un altro momento carico di significato si è avuto il 16 agosto, con la piantumazione di dieci ulivi presso il Monastero di San Giovanni Cassiano. L’iniziativa, nata da un progetto di pace ideato dal prof. Gaye e già realizzata in diversi comuni italiani, ha trovato in Dobrogea un nuovo terreno fertile.
L’ulivo, simbolo di fratellanza e riconciliazione, è stato celebrato come “coltivazione della pace”, radice viva di un futuro di dialogo e speranza. «La poesia è il linguaggio della pace, un impegno civico che non conosce pause, un albero che può mettere radici solo se curato», è stato ricordato durante la cerimonia proprio dal prof. Gaye.

La chiusura del Congresso
Il 20 agosto, a conclusione dei lavori, il dr. Massimo Massa è stato protagonista di un momento di grande emozione: gli è stata infatti consegnata la statua in bronzo del poeta Mihai Eminescu, massimo cantore dell’anima romena, simbolo identitario e voce immortale della cultura del Paese. Un riconoscimento che va ben oltre il gesto formale, tributato come segno di stima e gratitudine per il suo instancabile impegno nel promuovere la poesia e il dialogo interculturale, e che suggella idealmente l’incontro tra la tradizione letteraria romena e l’orizzonte universale della parola poetica.

Un filo che intreccia memoria e futuro
Il simposio ha dimostrato, ancora una volta, che la poesia non è soltanto scrittura, ma un’esperienza viva, capace di toccare l’anima e di unire popoli e culture in un’unica lingua universale: quella della pace.
E se a Nicea i padri conciliari posero le fondamenta di una comunione universale, a Costanza i poeti hanno piantato le radici di un ulivo che parla la stessa lingua: quella della fraternità, dell’ascolto e dell’abbraccio tra gli uomini. Così, la poesia si fa filo invisibile che fonde memoria e futuro, custodendo con tenacia la speranza di un mondo più giusto, più luminoso, più umano.
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